LA NOSTRA STORIA

La SD CINEMATOGRAFICA nasce nel 1961 come società di produzione televisiva. Dalla sua costituzione collabora prevalentemente con RAI e con le principali televisioni del mondo per la produzione di Film, Varieta', Documentari scientifici e culturali. Da alcuni anni ha focalizzato la sua produzione sul documentario (naturalistico, scientifico e storico) raggiungendo livelli altissimi che le hanno permesso di annoverare tra i propri clienti National Geographic Channels, Discovery Channels, TF1, ARTE, NHK, TSR, ARD/BR, PBS, ZDF oltre a RAI e Mediaset. Molti documentari hanno vinto importanti premi internazionali ai maggiori Festivals, tra cui una nomination all'Oscar, una agli Emmy ed una al Festival di Banff. Ad oggi la SD Cinematografica ha al suo attivo più di 800 ore di programmi. [abs]

I NOSTRI CONTATTI

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PRODUZIONE

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Federico Mazzi

Associazione culturale Polistyle

78'

PAL

La percezione del tempo in relazione alla propria età anagrafica, ha subito negli ultimi 50 anni una deriva mai riscontrata prima: la gente registra uno slittamento di almeno 10-20 anni indietro rispetto alla propria reale età.
Merito dei progressi della scienza, nonché delle migliori condizioni di vita, che ci permettono di mantenere fisico e mente molto più vitali di un tempo. Ma anche di massicce campagne di informazione che “promettono” eterna giovinezza, allontanando all’infinito il tempo e il significato della vecchiaia. Ma quali conseguenze si porta dietro a livello sociale questo stato di cose?
Le testimonianze raccolte presso chi ha da poco passato i 20 anni, come presso chi ha vissuto quella stagione della vita in differenti periodi storici tra il dopoguerra e i giorni nostri, si intersecano con le vicende di Rabain, al secolo Ettore Giacoletto, ex-partigiano delle valli Piemontesi. Un uomo ancora estremamente forte e lucido, che durante la sua vita è stato sfiorato per ben tre volte dalla morte: i suoi racconti che da anni porta nelle scuole di vario ordine e grado descrivono la sua scelta di darsi alla macchia “quando ormai avevo 22 anni”.
Cosa è cambiato tra chi viveva con regole sociali molto più ferree, ma con la certezza di un ruolo sociale ed umano legittimo, tanto da potersi permettere di rischiare a soli 20 anni la propria vita, con la consapevolezza di averla già vissuta appieno, e la precarietà anagrafica ed emozionale dei nostri giorni? Due mondi profondamente diversi a confronto, che sul significato del passaggio del tempo hanno impostato proprie scelte di vita in modi spesso radicalmente opposti.

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